Relazione del Presidente Cesare Martini alla Conferenza Regionale sul riordino della Sanità  Ancona 24 Aprile 2013

CONFERENZA REGIONALE SANITA 24/4/2013
Relazione Presidente Cesare Martini

Partendo dal presupposto che quando parliamo di sanità occorre anteporre i bisogni dei cittadini al criterio economico ed ai calcoli ragionieristici, non trovo corretto effettuare tagli in questo settore ma bensì occorre agire sulla razionalizzazione dei costi operando risparmi anche consistenti, ma non a scapito del servizio ai cittadini secondo il principio per cui “ profitto non può essere sinonimo di sanità”.

Comprendiamo la necessita della Regione di attivare un riordino della sanità al fine di mantenere un sistema socio sanitario di qualità, attualizzando i servizi sanitari adeguandoli ai nuovi bisogni, necessità derivante dai vigorosi tagli sulla spesa sanitaria nazionale.

Stiamo affrontando il confronto con la consapevolezza che le decisioni che si compieranno nelle prossime settimane determineranno il futuro del sistema sanitario delle Marche dei prossimi 20 anni.

Nelle Marche questo significherà 180 milioni di euro in meno; 100 milioni sono stati recuperati lo scorso anno e 88 si dovranno recuperare nel 2013.

Degli 88 milioni 67 dovranno essere recuperati dall’ ASUR (21 dalle aziende ospedaliere):

– 8/10 milioni di euro recuperati dalla Sanità privata,
– 7/8 milioni sulla farmaceutica;
– 40 milioni dalla riconversione dei piccoli ospedali (comprendendo sia la componente personale che quella di beni e servizi).

Il resto sarà recuperato dall’intervento sulle UOC, le strutture complesse e quelle semplici e da altre misure accessorie.

Come si pensa di realizzare le case della salute? Togliere la parte ospedaliera dei presidi e semplice.

Questi potrebbero essere interventi significativi che modificheranno il volto della nostra sanità. Per questo occorre fare scelte ponderate ed essere chiari. Le comunità dovrebbero essere messe al corrente di tutti gli aspetti del progetto di riordino. Non è accettabile che ogni giorno si cambino le carte in tavola e si scoprano nuovi elementi.

Noi siamo consapevoli che occorre fare delle scelte, chiediamo perô che siano fatte mettendo al centro il cittadino e i lavoratori e non essere subordinati alle volontà di potenti lobby. Chiediamo un confronto aperto con le comunità attraverso i Sindaci, recependo i bisogni dei territori, ed evitando la tentazione di dividere e alimentare una guerra di “campanili”. I Sindaci vogliono essere attori del necessario cambiamento e insieme governarlo e mai accetteranno di subirlo. Siamo certi che in questo modo prevarrà il senso di responsabilità così da poter restituire alle generazioni future una sanità di qualità.

Coinvolgeteci, fateci capire se gli investimenti che vengono fatti sono uniformi rispetto a tutte le aree vaste, vogliamo che la sanità resti e rimanga pubblica, che non anneghi nella burocrazia come ancora sta accadendo.

Per essere espliciti ed entrare nelle questioni concrete, vogliamo sapere quante e quali unità operative rimarranno di pertinenza delle singole aree vaste , se, come ci è stato comunicato a livello di ASUR, 120 unità saranno soppresse?

· Come si pensa di realizzare le case della salute? Togliere la parte ospedaliera dei Presidi è semplice, ma vogliamo avere garanzie che i medici della Guardia Medica e della Medicina Generale operino nelle case della salute. Come non è possibile lasciare nell’indeterminatezza quali nuovi servizi specialistici saranno presenti nelle Case della salute.
· All’interno della ristrutturazione della rete emergenza e urgenza, chiediamo di avere certezza che le strutture di pronto soccorso e unità di primo intervento, possono farsi carico dell’utenza con efficacia. Non possiamo negare che molti degli attuali pronto soccorso sono allo stremo: come potranno in futuro farsi carico di tutti gli interventi?
· Se la logica di fondo è “meno ospedale e più territorio”: come si potrebbero ampliare i servizi domiciliari nel territorio?
· Come si pensa di risolvere il gravissimo problema delle lunghe liste d’ attesa quando gli operatori del CUP sono costretti indirizzare l’utenza al privato?
· Cosa dire al cittadino che si vede richiedere dal pubblico un ticket superiore a quello richiesto dal privato?

In conclusione, vorremmo conoscere la reale entità dei tagli e l’ammontare degli investimenti e pretendiamo che le due operazioni vengano fatte contestualmente per evitare che il cittadino assista ad uno smantellamento di alcuni presidi ospedalieri senza conoscere l’entità dei nuovi servizi offerti.

 

Un’altra questione per noi fondamentale, è quella di avere la certezza che prima di tagliare i servizi sanitari si sia fatto tutto il possibile per eliminare sprechi e inefficienze. Su questa delicata questione a titolo esemplificativo pongo alcuni temi:

1. Perché solo il 30% degli acquisti vengono fatti dalla Stazione unica appaltante?

2. Perché non ragionare sulla possibilità di eliminare l’ASUR e dare la personalità giuridica alle aree vaste? Ciò potrebbe comportare ingenti risparmi economici e maggiore controllo sui costi di gestione. Non è vero che si rischierebbe di non avere controlli sulle spese perché sarebbe sufficiente che la Regione o il servizio stabiliscano il budget alle singole aree. Se non si vuol percorrere questa strada, allora eliminiamo le aree vaste: che senso ha avere per esempio i direttori (e relativi dirigenti) se non hanno nessuna autonomia?

3. Rivedere le convenzioni con i privati: non è possibile che si scelgano i dgr remunerativi e per esempio non abbiano le emergenze che rappresentano solo un costo per le strutture ma sono fondamentali per i cittadini. Almeno che se ne facciano carico: finanziando parzialmente il pubblico che eroga questo servizio

4. Il secondo elicottero è prioritario? Non sarebbe forse più vantaggioso far volare anche di notte quello che abbiamo o fare una convenzione per il secondo con l’Umbria?
Insomma la questione: è molto complessa e occorre tempo. Non accettiamo di subire la pressione ad essere veloci perché altrimenti si rischia il commissariamento.

L’appello che mi sento di lanciare come presidente dell’ ANCI regionale, tornate ad ascoltare la voce di noi Sindaci perché sicuramente apporterà modifiche migliorative al piano. Con questo auspicio auguro al governo regionale e a noi Sindaci BUON LAVORO.