FIRENZE – “Consentire al territorio di essere diretto protagonista nelle scelte di programmazione sul futuro della sanità e del sociosanitario, partendo da una sinergia istituzionale tra enti locali e management aziendale”. È quanto ha affermato Maurizio Mangialardi, Presidente di Anci Marche e Coordinatore delle Anci Regionali e del neonato coordinamento Anci Salute, nel corso della sessione inaugurale del Forum Risk Management in Sanità 2018, l’appuntamento annuale più importante nell’ambito della sanità per tutti gli operatori, che si è svolta nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze. Mangialardi è intervenuto all’incontro sul tema “Il ruolo dei Comuni e del Terzo Settore per i servizi sanitari e sociali e l’umanizzazione della cura”. WhatsApp Image 2018-11-28 at 07.23.10“L’ ANCI da pochissime settimane ha avviato una riflessione ed una riorganizzazione sui temi della sanità e del sociosanitario – ha spiegato il Presidente Mangialardi – con l’obiettivo di valorizzare e rinnovare quanto già è stato fatto. Ovviamente non siamo all’anno zero come impegno e ruolo svolti dai Comuni sui temi della salute”. Basti pensare alle esperienze della Rete delle Città sane e al tema dell’urban health che hanno messo al centro della propria azione quanto il rapporto tra ambiente in cui si vive e stile di vita costituiscano il primo determinante di salute. Da ventidue anni poi Anci opera attraverso un patto federativo con Federsanita per promuovere iniziative, politiche e progetti che mettano l’integrazione socio sanitaria al centro della programmazione, sul quale va fatta ora una riflessione per verificare e garantire le condizioni di un suo rilancio. “Questo grazie ad una sinergia proprio con il management delle aziende sanitarie – ha proseguito – che, proprio al fine di rispondere in modo efficace ai bisogni di salute dei territori, va ripensato e riqualificato”. Il Sindaco è, infatti, la prima autorità sanitaria sul territorio e per questo responsabile della condizione di salute della sua popolazione tutelata dell’articolo 32 della Costituzione. “È importante sottolineare però che, quando si parla di salute – ha detto Mangialardi – è bene riferirsi ad un concetto più ampio e, citando il documento di Ottawa dell’OMS del 1986, individuare alcuni prerequisiti senza i quali è impossibile esercitare il diritto alla salute: la casa, la scuola, i trasporti, la salubrità ambientale, la cultura, la sanità pubblica, l’assistenza sociale. Tutelare e governare questi “determinanti di salute” nei propri contesti urbani deve far parte di una strategia che faccia leva su di essi per mettere a punto politiche che puntino a migliorare gli stili di vita e la salute del cittadino. E’ necessario quindi – ha affermato Mangialardi – consentire al territorio di essere diretto protagonista nelle scelte di programmazione sul futuro della sanità e del socio/sanitario partendo da una sinergia istituzionale tra enti locali e management aziendale, ripensando in senso evolutivo il Servizio Sanitario (a 40 anni dalla sua istituzione) e dell’approccio pubblico alle problematiche socio sanitarie per far fronte alla crescita della cronicità e dell’invecchiamento nella popolazione”. Allo stesso tempo, secondo l’Anci, è necessario riqualificare e potenziare  l’integrazione sociosanitaria, come attività del sistema sociale che ha l’obiettivo di supportare la persona in stato di bisogno, con problemi di disabilità o di emarginazione condizionanti lo stato di salute, operando un efficace raccordo con le politiche regionali tese a disciplinare i principi e gli strumenti per l’integrazione dei servizi e delle attività sanitarie, sociosanitarie e sociali, particolarmente per l’area della non autosufficienza, della disabilità, della salute mentale, dell’assistenza ai minori e delle dipendenze, fornendo altresì alle ASL indicazioni per l’erogazione congiunta degli interventi. Questo appare necessario e funzionale all’aggiornamento dei Livelli Essenziali di Assistenza/LEA sanitari, tra i quali non a caso sono individuati, nell’ambito dell’assistenza distrettuale, l’area dell’assistenza sociosanitaria domiciliare e territoriale, residenziale e semiresidenziale nella quale si prevede l’erogazione congiunta di attività e prestazioni afferenti all’area sanitaria e all’area dei servizi sociali. “In tal senso sarebbe auspicabile – secondo Mangialardi – razionalizzare e potenziare le risorse aggiuntive per le Amministrazioni comunali, che allo stato attuale per la concreta applicazione dei LEA passano attraverso specifici provvedimenti regionali e che, solo in qualche regione virtuosa, prevede l’erogazione di risorse ai Comuni per alleggerire i costi (della componente sociale) connessi all’assistenza sociosanitaria. Intorno a questo perimetro noi Sindaci – ha concluso – intendiamo muoverci, con il contributo e la collaborazione fattiva di tutti gli attori in campo partendo proprio dal management sanitario”.

 

Ancona, 28 novembre 2018