ANCONA -“Il positivo e continuo rapporto con il governo ci consente oggi di poter essere ragionaevolmente soddisfatti del testo della legge di stabilità, che chiude una stagione di tagli che non era più sostenibile e che conferma l’accoglimento delle richieste dell’associazione dei comuni dopo le sollecitazioni giunte dall’Assemblea di Torino”.

A dirlo è Maurizio Mangialardi, presidente di Anci Marche che, in qualità di membro del comitato direttivo dell’Anci, ha seguito da vicino tutta la fase di concertazione contribuendo al percorso concluso.

“Se per la prima volta da anni i Comuni non vengono colpiti da tagli lineari di risorse – ha aggiunto – credo che molto del merito vada attribuito al dialogo istituzionale portato avanti dal presidente Fassino ma anche da tutti i membri del comitato direttivo”. L’accordo prevede il superamento del patto di stabilità interno e lo sblocco degli avanzi di bilancio che consentirà di riprendere politiche di investimento ma anche il ristoro integrale ai Comuni degli introiti che essi avrebbero avuto con la Tasi. Miglioramenti del testo iniziale della legge si sono registrati anche nel suo passaggio prima al Senato ed ora alla Camera, delle proposte emendative Anci per le province, che registrano la riduzione dell’impatto dei tagli e per il miglioramento della condizione finanziaria delle Città metropolitane. Il lavoro però non può dirsi concluso. “Per il nuovo anno ci sono diversi temi nella massima importanza ancora sul tavolo, a partire dall’autonomia fiscale e finanziaria dei Comuni, il nodo sul turn over del personale rimasto bloccato al vincolo del 25% delle cessazioni, che va modificata – ha ribadito il presidente di Anci Marche ” e, non ultima, la questione delle spese per gli uffici giudiziari, ricordando che i Comuni sedi di distretti giudiziari sono creditori per le spese anticipate nel periodo che va dal 2012 fino a settembre 2015″. “Su questo tema – ha concluso Mangialardi – il presidente Fassino presenterà la proposta di costituzione di un fondo che consenta gradualmente ed in più annualità di pagare ai Comuni questo loro credito. Infine la revisione del processo di aggregazione intercomunale su base volontaria e con il concorso degli enti di area vasta.