Manifesto dei Piccoli Comuni Marchigiano rivolto ai Candidati, alla Presidenza della Regione e al Consiglio Regionale

Premesso

che i Comuni delle Marche sotto i 5000 abitanti risultano essere 172 su 239. Occupano il 52,71% del territorio regionale (4937,1 kmq su 9365,9 kmq totali) e al 1 gennaio 2009 rappresentano il 21,99% degli abitanti (341.212 su 1.551.377 della popolazione regionale);

che la maggior parte del territorio marchigiano è occupato da Piccoli Comuni che in termini numerici rappresentano quasi il 72% dei Comuni marchigiani e che riproducono una riserva umana, territoriale ed ecologica fondamentale per la crescita sostenibile ed equilibrata della nostra Regione;

che in questi ultimi anni a fronte di una legislazione nazionale che ha talvolta preso in considerazione i Piccoli Comuni, vi sono state spesso leggi che invece hanno fortemente messo in discussione le basi stesse della vita amministrativa, sociale ed economica delle piccole realtà più marginali;

che nel corso degli ultimi anni il gap socio-economico che separa grandi e Piccoli Comuni sembra essersi accentuato sempre di più, sebbene nei Piccoli Comuni non appare sopito un certo dinamismo ed una naturale tendenza verso spinte d’innovazione e di sviluppo;

che si impone, con estrema urgenza, di porre al centro del dibattito politico marchigiano il ruolo dei Piccoli Comuni per definire ed implementare una politica regionale volta ad arginare la condizione di emergenza non dichiarata dei Piccoli Comuni;

che i Piccoli Comuni necessitano di soluzioni complesse e diversificate, ancorate alla cultura del territorio ma aperte alle innovazioni più ardite, per non ampliare ulteriormente il solco che li separa da aree più sviluppate, anche in ragione delle progressive e nuove richieste di benessere;

che occorre, pertanto, consolidare le piccole realtà locali ed offrire loro strumenti efficaci per uscire dalla crisi in cui versano scongiurando il pericolo di estinzione cui sembrano inesorabilmente destinati e rilanciare, in queste aree, la competitività territoriale;

che nell’attuale incerta situazione, occorre fornire indicazioni chiare, capaci di sollevare da una situazione di precarietà e di continua preoccupazione, le popolazioni che per scelta o necessità, vivono nei piccoli centri e che, vadano date risposte certe e concrete a coloro che investono in attività economiche, a quanti lavorano nella direzione di un effettivo sviluppo, alle famiglie che vivono ed operano per sostenere un domani sereno per le generazioni future;

che a tale situazione di precarietà non può e non deve sottrarsi la Regione Marche;

Considerato

che appare assolutamente indispensabile fare leva su una sinergia di azioni che non possono prescindere dall’implementazione e miglioramento, sotto il profilo qualitativo e quantitativo, dei servizi rivolti al cittadino, dalla valorizzazione dell’inestimabile patrimonio culturale ed ambientale custodito da secoli dai Piccoli Comuni e dalla promozione dell’elevato grado di qualità della vita di cui tali Enti sono orgogliosi e strenui difensori;

che di fronte a questo mondo eclettico e polverizzato si ritiene improcrastinabile e prioritario l’individuazione delle condizioni di svantaggio, di marginalità e di disagio, dei Piccoli Comuni quantificabile sulla base di opportune variabili o fattori demografici, geo-morfologici, sociali ed economici, oltre che strutturali degli enti.

che la necessità di agire mediante ricorso ad un sistema di criteri ed indicatori, scaturisce dalla considerazione che tale sistema può rappresentare un insieme di elementi indispensabili per monitorare il grado di vitalità dei Piccoli Comuni e potrebbe consentire un imprescindibile momento di conoscenza del territorio anche al fine di modulare interventi politici ed amministrativi efficaci e, soprattutto, di razionalizzare la distribuzione delle risorse a disposizione, indirizzandole verso le realtà più svantaggiate;

che la scelta di indicatori e criteri, pertanto, risulta particolarmente delicata ed assume un rilievo “politico” notevole in quanto permette, facendo leva su dati assolutamente oggettivi, di disegnare un quadro preciso della situazione dei Piccoli Comuni marchigiani e, conseguentemente, di accorparli in macrogruppi caratterizzati da un analogo grado di sviluppo socio-economico ed infrastrutturale;

che così operando, si potrà trovare una soluzione ai problemi dei Piccoli Comuni trasformando le difficoltà in opportunità, nella consapevolezza che non esistono aree per natura deboli ma solo aree non in condizioni di poter competere con altre realtà più sviluppate;

Ritenuto

che il progresso sociale, economico, ambientale del territorio regionale debba essere progettato e concepito da coloro che lo vivono e amministrano, sia pure in accordo e in collaborazione con le altre realtà istituzionali e territoriali che ne rappresentano la naturale estensione;

che malgrado gli sforzi fatti negli ultimi decenni dalla Regione, continua a mancare una seria e tangibile politica per i Piccoli Comuni, capace di raccogliere le sensibilità e le esigenze delle piccole realtà, che diventi capace di invertire in modo permanente le circostanze critiche ancora in atto di abbandono, incuria e spopolamento;

che occorre intervenire attraverso una politica mirata al fine di scongiurare l’acutizzarsi di problematiche mai del tutto assopite, e intraprendere e sostenere un reale e appropriato periodo di ripresa delle aree principalmente collinari e montane;

che i cittadini residenti nei Piccoli Comuni debbano in primis essere consapevoli di ricoprire con convinzione il ruolo di principali protagonisti e maggiori artefici di questa volontà di rinascita;

si individuano

nei successivi paragrafi le azioni che traggono origine dalle premesse e dalle considerazioni sopra esposte, utili a concorrere al raggiungimento di risultati concreti per la sostenibilità della vita in queste piccole comunità:

Tutela e potenziamento dell’autodeterminazione amministrativa

Il comune è l’organo sovrano sul territorio, promotore dello sviluppo locale, strumento essenziale per la concretizzazione delle aspirazioni dei propri amministrati, oltre che presidio decentrato dello Stato. La possibilità di auto governo è la migliore garanzia di tutela del territorio e della sua vivibilità. Ai comuni vanno conferite risorse sufficienti al proprio dignitoso funzionamento, sia attraverso trasferimenti adeguati, sia conferendo loro la possibilità di attivare azioni di investimento in operazioni compatibili ambientalmente che consentano introiti aggiuntivi. Allo stesso tempo occorre procedere ad una semplificazione amministrativa: è paradossale che i Piccoli Comuni abbiano le stesse incombenze delle grandi città.

Sostegno al mantenimento in loco delle popolazioni

Il fenomeno dello spopolamento dai Piccoli Comuni ha caratterizzato gli ultimi decenni appena trascorsi e la tendenza non si è esaurita. E’ necessario attivare una politica attiva che preveda una sensibilizzazione che deve essere, prima ancora che di incentivazione economica e sociale, tesa a motivare le fasce più giovani della popolazione, all’accettazione di un tipo di vita la cui percezione negativa è il frutto di una subalternità culturale nei confronti di stili di vita cittadini.

Incentivazione delle attività produttive

La nuova apertura di attività economiche nei Piccoli Comuni è una risorsa per l’intera comunità. Pertanto è opportuno incentivare la creazione e la ricollocazione di attività economiche appartenenti ai diversi settori, anche attraverso la facilitazione dei passaggi burocratici. Ma è altrettanto necessario sostenere le attività esistenti attraverso una riduzione del carico fiscale e contributivo. Non è sensato che piccoli negozi, ristoranti, artigiani e agricoltori con un’operatività ridotta a pochi e brevi periodi dell’anno, siano costretti a sostenere costi equivalenti ad analoghe attività site in pianura o in grandi centri urbani. Va prevista inoltre una normativa che faciliti e tuteli la pluriattività, in modo da agevolare quanti, saltuariamente o stagionalmente, si occupino di diversi settori produttivi e lavorativi, come da sempre avviene nell’economia dell’entroterra.

Rilancio dell’agricoltura

Il settore primario che per secoli ha costituito il fattore fondamentale della vita nei Piccoli Comuni, deve potersi adeguare, attraverso incentivi e agevolazioni, ma anche mediante la volontà e la formazione degli addetti, ai cambiamenti imposti dalle normative e dal senso comune. La produzione dei prodotti di qualità devono essere poste nelle condizioni di ricreare un’economia competitiva con un mercato sempre più attento alle piccole produzioni di nicchia. Per poterlo attuare è indispensabile disporre di risorse che permettano di adeguare le strutture abitative e di trasformazione dei prodotti oltre ai laboratori di produzione e di vendita. Va garantito inoltre ad ogni azienda l’accesso viario ed una elettrificazione adeguata, individuando poi un’adeguata operazione di marketing che consenta la riqualificazione e la vendita a prezzi adeguati dei prodotti ottenuti.

Manutenzione della risorsa del territorio

La cura del territorio è importante anche come elemento di sostegno al turismo e al mantenimento dei versanti, che preda di abbandono, sono spesso la causa di disastri che si ripercuotono in ambiti più vasti. Occorre riconoscere delle indennità che permettano di intervenire nella manutenzione ambientale, a tutela del patrimonio comune e a salvaguardia dai rischi idro-geologici. Va incentivata la manutenzione dei boschi pubblici e privati e sostenuto la manutenzione della viabilità.

La scuola come motore del rilancio

L’istituzione scolastica delle piccole realtà, va mantenuta e potenziata. E’ fondamentale che anche in presenza di pochi alunni, l’istituzione scolastica abbia i mezzi e la capacità di strutturarsi come basilare elemento di rilancio del territorio. Va inoltre garantito il diritto allo studio dei ragazzi che debbano frequentare altrove i livelli di istruzione superiori: essi devono essere posti nella condizione di accedervi con un adeguato sistema di trasporti e, il disagio sostenuto, deve essere compensato in una forma di supporto economico. Solo così si può fronteggiare la tendenza allo spopolamento, accentuato nel momento in cui i figli debbano spostarsi per l’accesso alle scuole.

Giovani, donne e anziani per il futuro Piccoli Comuni

Alle fasce più deboli della popolazione occorre destinare risorse e attenzioni particolari. Gli anziani devono essere considerati, come sempre è stato fatto, una risorsa per la comunità, e ad essi va evitato per quanto possibile lo sradicamento dalla propria realtà quando vengano a mancare le condizioni di autosufficienza, anche offrendo sostegni economici e di assistenza alle famiglie che se ne facciano carico. Ai giovani e alle donne occorre garantire efficaci opportunità di studio e di lavoro. Va altresì potenziato l’accesso ai saperi e alle occasioni di svago e di scambio ricreativo con le altre realtà dei “grandi” centri urbani.

La viabilità, i trasporti, le comunicazioni per un piccolo comune moderno

In considerazione della situazione periferica e disagiata di gran parte dei Piccoli Comuni, occorre predisporre un serio e innovativo programma di infrastrutturazione, che riduca la situazione di marginalità. Per questo è fondamentale intervenire sul miglioramento viario, al fine di consentire un più facile accesso in ogni condizione meteorologica e di traffico, sia per favorire lo spostamento dei residenti, sia per consentire l’afflusso turistico e per incoraggiare quello legato alle attività produttive. Occorre inoltre potenziare il sistema dei trasporti, siano essi scolastici o per i quotidiani spostamenti lavorativi. Tutte le borgate abitate stabilmente devono poter contare su un efficiente collegamento tecnologico, che consenta il superamento del divario che molte volte le ha penalizzate.

Incentivazione dei servizi essenziali

Ai fini della permanenza della gente sul territorio occorre mantenere un livello accettabile nell’erogazione dei servizi principali. Va mantenuto e potenziato quello postale e quello relativo alla permanenza di uffici di pubblica utilità. Ove necessario occorre incentivare l’apertura di servizi ai cittadini in grado di mitigare i disagi dovuti dalla posizione altimetrica, dalla distanza e dalle caratteristiche climatiche. In considerazione di tali specificità è ragionevole considerare un’opportuna agevolazione sui costi di carburanti per trasporti e riscaldamento.

Per un turismo intelligente e sostenibile

L’attività turistica e ricreativa resta un settore strategico per l’economia dei Piccoli Comuni. Occorre potenziare tale risorsa nell’ottica di una fruizione attenta agli elementi distintivi esistenti, siano essi naturalistici, culturali, paesaggistici. Va ricercato un rilancio del turismo rispettoso e attento alle caratteristiche ambientali nell’ottica di una fruizione che non riproponga le identiche forme di vita cittadina. E’ importante mantenere le caratteristiche costruttive delle abitazioni, oltre a promuovere operazioni di restauro dell’esistente in forme compatibili con la tradizione architettonica. E’ essenziale ricercare l’interazione con gli altri settori economici che consenta di proporre una cura del territorio adeguata.

Distribuzione equa dei trasferimenti

È opportuno prevedere un ritorno economico per i Piccoli Comuni che salvaguardano le proprie risorse naturali, i borghi medievali ed il paesaggio rurale. Ai fini economici si deve prevedere una forma di compensazione adeguata a vantaggio delle aree territoriali e contesti urbanistici ben conservati. Nella predisposizione degli atti di programmazione o nelle leggi regionali di settore si dovrebbero riservare almeno il 20% dei finanziamenti in esse previsti, ad interventi ricadenti nei territori dei Piccoli Comuni. Sono importanti, altresì, la previsione di bandi con quote riservate o bandi dedicati esclusivamente a queste piccole realtà, istituzioni di appositi capitoli di bilancio per i Piccoli Comuni, quote differenziate e graduate in maniera diversa proporzionale alla capacità finanziaria del comune rispetto alla compartecipazione dei bandi.

Una sanità moderna e preventiva

Chi vive in luoghi marginali deve avere gli stessi servizi sanitari dei grandi centri. Occorre potenziare l’assistenza sanitaria e di prevenzione. In considerazione dei disagi logistici, occorre prevedere un’assistenza a domicilio, sia come supporto alle persone anziane, sia come disponibilità di servizi infermieristici e curativi. Tutto ciò può ridurre i tempi e i costi di ricovero ospedalieri, oltre ad aiutare le persone a vivere nelle proprie case, senza esserne sradicate per spiacevoli ricoveri in strutture per anziani.

Sostegno e promozione delle peculiarità culturali

La ricchezza culturale, linguistica e storica dei piccoli paesi è una risorsa per l’intera comunità. E’ necessario sostenerne la visibilità e la ricerca, anche a supporto del mantenimento dell’identità della popolazione. I soggetti che se ne occupano devono poter attingere a forme di sostegno economico e organizzativo, affinché il frutto delle ricerche sia messo a disposizione dell’intera comunità. L’adeguata promozione di tali risorse, se correttamente promossa, è un valido sostegno all’economia turistica, artigianale e agricola.

Garantire la rappresentatività nei diversi organi istituzionali

Una delle cause dell’assenza di sensibilità e comprensione nei confronti delle piccole comunità è la cronica carenza di figure rappresentative espresse negli organi di livello governativo provinciale e regionale. Per questo è importante assicurarvi la presenza all’interno delle assemblee provinciali, regionali, nazionali, non solo in base alla consistenza numerica ma anche in proporzione all’estensione del territorio.

Considerazione nella stesura di leggi e norme nei confronti dei Piccoli Comuni

E’ basilare riconoscere la diversità della situazione dei Piccoli Comuni dalle altre realtà municipali della Regione. Pertanto nella stesura di leggi e normative è indispensabile un approccio specifico che preveda disposizioni individuate appositamente per le aree territoriali di Piccoli Comuni.

Il documento sopra esposto verrà inviato ai candidati alla Presidenza della Regione Marche e al Consiglio Regionale della prossima tornata elettorale regionale come contributo all’individuazione di concrete misure di salvaguardia e di rilancio dei Piccoli Comuni.